Comodo, sul divano di casa, ieri sera ho visto.....

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Leprotto Bisestile
view post Posted on 21/5/2015, 08:10




Ieri ho visto Una pallottola per Roy (High Sierra, 1941). Pellicola che si sarebbe potuta tranquillamente chiamare "Donne e animali, pericoli mortali" :lol: , è un bel gangster film con forti dosi di romanticismo che per la prima volta vede Bogart come protagonista (direi anche assoluto) ciò che lo lancerà definitivamente nel firmamento dei divi hollywoodiani. Malgrado questa sua importanza, però, da noi il film fu distribuito solo nel '49 (io mi sarei aspettato il '46-'47) ed è forse tutto questo ritardo accumulato che ha portato alla perdita della colonna internazionale: non ne ho la certezza, ma non credo proprio che le musiche originali possano essere come quelle che sentiamo nella versione italiana, sarebbero troppo raccapriccianti! Le musiche da voltastomaco sono compensate da un doppiaggio molto al di sopra dello standard Warner del periodo dove certo non mancano i vari Geri, Giustiniani (rimpiazzata da una peggio di lei -il che è tutto dire!- nell'ultima scena della Leslie), Racca, Bonanni e Nino Pavese, ma accanto a queste vocalità poco allettanti figurano molte altre stelle di prima grandezza tra le quali certo la più luminosa è un grande Sibaldi che in un ruolo assai piccolo recita con delizioso "accento nero". In pieno stile anni '40 è invece la reiterata disgustosa pronuncia del cognome Earle come "erle", quindi con la E finale che si fa ben sentire :sick:
 
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Leprotto Bisestile
view post Posted on 22/5/2015, 09:30




Ieri ho visto Il forte delle amazzoni (The Guns of Fort Petticoat, 1957), western femminista dove Pettinelli apertamente dichiara la superiorità muliebre persino in fatto di guerra contro gl'indiani, ma mio nonno paterno avrebbe certamente detto che il regno della fantasia cinematografica non ha confini :lol: Il soggetto non è troppo male nella sua originalità, ma alla fine non si fa ricordare molto se non agli occhi dell'appassionato di doppiaggi d'epoca, soprattutto del sottoscritto che per la prima volta riconosce la voce di Ria Saba! Panicali, però, mi sorprende alquanto nella distribuzione delle voci poiché per la principale comprimaria sceglie inaspettatamente Tina Lattanzi che con una virago di contadinona non ci azzecca proprio un tubo, mettendo invece la Simoneschi su una vecchia sciccosa: avrebbe dovuto fare esattamente il contrario, e giuro che non lo dico solo perché Lydia dice pochissimo e la Lattanzi invece non sta zitta un momento :P Raddoppi di Pettinelli e Franca Dominici, forse anche della già citata Simoneschi...
 
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Leprotto Bisestile
view post Posted on 23/5/2015, 09:32




Ieri ho visto Hud il selvaggio (Hud, 1962), tipica pellicola del periodo e del suo attore protagonista Paul Newman, vale a dire due ore in cui sullo schermo non succede un bel nulla, si fa solo un gran parlare dei più vari problemi esistenziali che evidentemente negli anni '60 tiravano molto. L'ho seguito abbastanza agevolmente, ma con altrettanta facilità ho poi eliminato la registrazione TV conservando solo i titoli di testa in italiano e i meravigliosi sottotitoli messi sotto Oh My Darling, Clementine che reinventano del tutto il testo originale ma ne conservano impeccabilmente rime e metrica con tanto di parole troncate (e dire che non si tratta di sottotitoli d'epoca perché quella scena era stata rimossa dalla versione italiana, non solo perché inutile -ma tante scene di questo film lo sono- ma probabilmente anche perché faceva riferimento al karaoke che i nostri connazionali non sapevano cosa fosse). Doppiaggio davvero stupefacente, con dialoghi sopraffini di rara spontaneità e un Rinaldi mozzafiato che m'ha fatto ricordare perché l'amo tanto! Ottima anche la Cristiani di Patricia Neal, perfettamente a metà tra il giovane e il maturo richiesto dal personaggio e dal viso dell'attrice.
 
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Leprotto Bisestile
view post Posted on 25/5/2015, 15:41




Nel fine settimana mi sono fatto venire un bel mal di testa con tre film dall'audio disastrato più un altro che si sentiva invece decentemente (l'ultimo):

- Il marchio del rinnegato (The Mark of the Renegade, 1951), purtroppo ingiudicabile nel telecinema che ho visionato, in quanto salta di continuo per un totale di ben dieci minuti ed è in bianco e nero. Il finale sorprendente m'ha comunque preso e ho potuto godere in pace della sensualissima danza tra i protagonisti Ricardo Montalban e Cyd Charisse che qui, in prestito alla Universal, perdono le loro voci MGM (Rinaldi/Geri e Tattoli/Cristiani) per usufruire di quelle più classiche di Panicali e Simoneschi! Rinaldi c'è comunque in un ruolo da comprimario, così come una buona Lattanzi.

- La giungla del quadrato (The Square Jungle, 1955), filmetto agonistico dalla morale super scontata con protagonista un Tony Curtis decisamente poco credibile come peso medio di boxe. Guidorizzi lo segna doppiato da Locchi, mentre sorprendentemente a dargli la voce è Stefano Sibaldi*, accoppiata che -per quel che posso giudicare, vista la qualità penosa della registrazione TV- sarebbe stata accettabile se non avesse duettato con donne troppo più giovani di lui (Betti e Giustiniani) e se Locchi non fosse stato ugualmente presente nel cast di doppiatori ma in un ruolo minore! Dialoghi italiani di Ferdinando Contestabile che a Marcacci fa dire «Noi non vi abbiamo mai menato per il naso»: in un film dove ci si prende a pugni dall'inizio alla fine, forse il verbo "menare" andava usato con più intelligenza!

- Navi senza ritorno (Prince of Pirates, 1953), incommentabile non solo per la difficoltà con cui s'ascolta la mia copia, ma proprio perché è il film a fare pena, tra l'altro di genere cappa e spada ma con un titolo italiano che fa pensare a tutt'altro! Fortuna che la protagonista femminile è la splendida Barbara Rush (R. Calavetta) che col suo charme fa dimenticare anche la ridicolaggine della scena che impegna la bell'attrice in un assurdo... autostop navale alla Claudette Colbert!

- Chicago, bolgia infernale (Undertow, 1949). Finalmente un audio decente, ma la copia salta comunque per tre minuti in punti focali del racconto che è il solito buon poliziesco dove un poveraccio viene volutamente incastrato in un omicidio che non ha commesso. Giuste le attribuzioni di Guidorizzi che si limitano però solo a Panicali, Cigoli e Calavetta (sulla bella Peggy Dow che ricorda molto la Loren ventenne): speravo che Dorothy Hart fosse Simoneschi, invece è Dhia Cristiani <_< Qualche raddoppio.

*Cioè, voglio dire, sono interessanti solo nomi di doppiatori mai sentiti? Smentire una falsa informazione dandone una così impensabile non è meglio che tirare fuori dal cilindro nomi raramente menzionati? A me non sembra che ci voglia tanto a capirlo, ma forse sto solo sprecando "fiato elettronico" per un cretinetto che si diverte a fare il troll in giro per i forum...

Edited by Leprotto Bisestile - 25/5/2015, 17:14
 
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Leprotto Bisestile
view post Posted on 26/5/2015, 10:52




Ieri ho visto:

- Persiane chiuse (1950), hard-boiled al femminile ma soprattutto all'italiana, il che significa impiastro e noia totali serviti da una confusionaria fotografia in bianco e nero. Immancabile curiosità di doppiaggio: il commissario, interpretato da tal Sidney Gordon, è doppiato da non so chi, ma ad un certo momento prende per pochi secondi a parlare con la voce di De Angelis e la Rossi Drago le risponde con un'altra voce che non è quella della Simoneschi che la doppia in tutto il resto del film! Chissà quanto l'avranno pagata la Lattanzi per recitare in soli 4 anelli, due dei quali comprendenti appena una mezza dozzina di parole...

- Canzone appassionata (1953). Pur non conoscendo a fondo la materia, posso dire che per quant'ho visto di melodrammi italiani questo sicuramente è fra i migliori, non propriamente al livello di Nel gorgo del peccato, Gioventù perduta o Il ferroviere, ma comunque magnifico nella perfetta atmosfera da noir che si respira da principio, nel prosieguo costituito interamente di flashback che narrano gli stessi vecchi eventi da punti di vista completamente opposti dove ogni narratore sa convincere a meraviglia delle sue ragioni, nella magnifica fotografia in bianco e nero degna dei più bei Warner anni '40, nell'insospettabile bravura della protagonista Nilla Pizzi che, pur essendo doppiata da Lydia Simoneschi, fa sfoggio di doti drammatiche veramente notevoli. Una chicca!
 
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Leprotto Bisestile
view post Posted on 27/5/2015, 15:12




Ieri ho visto Il gruppo (The Group, 1966), interminabile polpettone psicologico la cui gran noia che produce fa abbacchiare talmente da non lasciar notare nemmeno la prodigiosa regia di Sidney Lumet di cui io mi sono accorto ad un certo punto solo perché sono tornato indietro per capire meglio una battuta. La stessa noia dev'essere stata all'origine dell'incredibile riassunto firmato sul suo ultimo libraccio da Enrico Lancia il quale scrive che le otto amiche, terminati gli studi, si promettono di rincontrarsi di lì a dieci anni, cosa del tutto falsa dato che invece si vedono di continuo! Ma del resto Lancia scrive che nell'ultimo episodio de Il carnevale della vita Boyer sogna di morire per via dell'urlo della Stanwyck :lol: e dopotutto ne Il gruppo riconosce appena 11 voci (Martello, Paila Pavese, Febbi, Di Meo, Savagnone, Betti, l'oscena Jandolo, Locchi, Verdirosi, Barbetti, Bonagura) dimenticando quindi i due ruoli di Franca Dominici, il sensazionale raddoppio della Savagnone, il triste impiego della Bonansea in più ruoli da figurante pura, e poi Tettoni, Romano, Arturo Dominici, Calavetta, Graziani, Cristiani, Marini, Amendola, Glauco Onorato, Turci, Simoneschi... :wacko:
 
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Interrabang
view post Posted on 31/5/2015, 14:16




Fai tu un bel libro

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Leprotto Bisestile
view post Posted on 8/6/2015, 16:02




Ultimamente ho visto:

- L'asso nella manica (Ace in the Hole, 1951). Scialbo con tendenza all'intollerabile nella prima ventina di minuti, si fa più interessante durante la crescente ora successiva nonostante la facile morale, ma è l'ultima mezz'ora scarsa a fare di questo film un vero capolavoro dominato da un Kirk Douglas talmente gigantesco che il grande suo doppiatore dell'occasione Sandro Ruffini non sempre riesce a stargli dietro.

- Casa Ricordi (Italia, 1954). Già detestavo l'Opera di mio, ma dopo la visione di questo film la trovo addirittura la più grossa stupidata che l'uomo possa aver mai concepito e nemmeno pensando all'assenza di cinema e TV riesco a capire come tanta gente potesse affollare i teatri per sentir urlare parole incomprensibili da cantanti che stavano fermi sulla scena per minuti e minuti. Il film rende bene su celluloide il mondo che ho descritto: una noia inenarrabile prodotta in modo fastosissimo dove volti e voci arcinoti s'accavallano sullo schermo per comparirvi appena pochi istanti, con menzione particolare per Fosco Giachetti che torna ad interpretare il ruolo di Giuseppe Verdi come aveva fatto 16 anni prima da protagonista in Divine armonie. Il doppiaggio poteva essere migliore ed evitare che Locchi desse la voce ad un pro-Wagner per farsi di nuovo vivo pochi minuti dopo su un pro-Verdi!
 
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Leprotto Bisestile
view post Posted on 9/6/2015, 15:35




Ieri ho visto I sette peccati capitali (Les sept péchés capitaux, 1952), lungo film ad episodi che non so se per intelligenza o per puro caso sono stati infilati nell'ordine esatto della loro godibilità, quindi si comincia dal migliore a tema ira-avarizia ottimamente interpretato da Eduardo, Stoppa e Isa Miranda, fino a scendere gradualmente d'interesse chiudendo con la pigrizia che sulla carta poteva risultare un buon episodio (ottimi gli effetti speciali) ma che di fatto dice poco o nulla. Questa co-produzione tra Francia e Italia fruisce d'un doppiaggio che più spendereccio non si può, tanto da non annoverare nemmeno alcun raddoppio (il gran numero d'interpreti l'avrebbe senz'altro previsto) se escludiamo un piccolo ritorno sul finale da parte di Franca Dominici nonché Carlo Romano che usa voci del tutto differenti ne La gola e La pigrizia (nel primo recita addirittura con accento pugliese!). L'invidia, purtroppo, non sembra invece doppiato dalla CDC.
 
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Leprotto Bisestile
view post Posted on 12/6/2015, 09:33




Ieri ho visto Apache territory (id., 1958). Anche conosciuto come Nel territorio degli apache e Territorio apache, è quasi un Dieci piccoli indiani in chiave western che colpisce particolarmente lo spettatore non amante del genere per via della sua durata di soli 68' PAL. Ciononostante, chi non lo vedesse non morirebbe né avrebbe una grave lacuna da colmare, io l'ho fatto solo perché la Rai lo trasmetteva con ridoppiaggio ed in DVD invece è appena uscito nella versione CDC purtroppo del tutto diversa da quella descritta da Guidorizzi (voci femminili del tutto cannate, ogni singola voce maschile attribuita all'attore sbagliato ad eccezione del protagonista), il quale Guidorizzi comunque non aveva mai visto il film e dunque s'era fatto passare la scheda da qualcun altro, forse da Franco Longobardi che su quello stesso dizionario commenta la pellicola. Di seguito la scheda giusta e in corsivo quella rivisitata dal cattivo informatore di Guidorizzi:
Rory Calhoun: Pino Locchi (Pino Locchi)
Barbara Bates: Dhia Cristiani (non Simoneschi)
John Dehner: Nando Gazzolo (non De Angelis)
Carolyn Craig: Flaminia Jandolo (non Betti)
Tom Pittman: Massimo Turci (non indicato)
Leo Gordon: Glauco Onorato (non Persa)
Myron Healey: Gualtiero De Angelis (non Turci)
Francis De Sales: Manlio Busoni (non indicato)
Frank DeKova: Renato Turi (non Busoni)
Regis Parton: Bruno Persa (non indicato)
Bob Woodward: Ferruccio Amendola (non indicato)
Come vedete gli uomini c'erano tutti, ma in posti sbagliati. Sulle donne, invece, non capisce mai una mazza nessuno, chissà perché...
 
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Leprotto Bisestile
view post Posted on 15/6/2015, 10:45




Ieri ho visto Canal Grande (Italia, 1943). Praticamente una versione settentrionale dell'annosa questione del ponte sullo Stretto di Messina, è un film mediamente NON riuscito che diventa del tutto insopportabile seguire per via dei dialoghi quasi interamente recitati in veneziano: è divertente sentir parlare in quel dialetto Carlo Romano, Lydia Simoneschi o Cesare Polacco che doppiano i personaggi della vicenda, però non ho capito un'acca di quel che dicevano!
 
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Leprotto Bisestile
view post Posted on 21/6/2015, 13:32




Ieri ho visto Bulli e pupe (Guys and Dolls, 1955). Escludendo Cantando sotto la pioggia, È sempre bel tempo e forse qualcun altro di cui ora non ho memoria, il noiosissimo impianto musicale tipico della Metro si ripete in questo film di lunghezza spropositata, con coreografie detestabili (la mancanza di quell'odioso numero d'apertura probabilmente m'avrebbe più ben disposto nel seguire tutto il resto della pellicola), un Brando che è la solita parodia d'un essere umano ed anche d'un attore, un doppiaggio che se ne frega delle voci cantate (Cigoli e Sibaldi andavano invertiti, visto che Sinatra ha un timbro profondo maggiormente vicino al primo e Brando una vocetta risibile più consona al caro Stefano) e dà un pugno nell'orecchio dello spettatore ad ogni "ci ho, ci hai, ci avevamo, ecc." pronunciato con una I in bell'evidenza (fa comunque il paio con le volute storpiature grammaticali che si sentono in vari dialoghi del film). Un bello sfacelo, non c'è che dire, ovviamente osannato dalla critica <_<
 
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Leprotto Bisestile
view post Posted on 7/7/2015, 10:35




Ultimamente ho rivisto Sabrina (id., 1954), ennesimo capolavoro del Wilder pre-Appartamento che misteriosamente avevo ben poco digerito in prima visione e che invece adesso ho trovato davvero splendido, malgrado la gag volgarotta della ferita da bicchieri che anticipa pericolosamente quello che diventerà la filmografia wilderiana nel decennio successivo :sick: Dialoghi di rara magnificenza, soprattutto nell'incontro tra la nuova Sabrina ed il pesce fuor d'acqua David, favolosamente resi nella versione italiana e recitati da doppiatori al meglio delle loro capacità (meno male che c'è Bogart in questo film, altrimenti Cigoli sarebbe finito su Holden che solo questo Rinaldi può rendere nel modo stupendo che merita l'attore americano) sebbene la Marini reciti il prologo in maniera scandalosa per poi rifarsi nel resto del film. La Calavetta, nessuno sembra averlo mai notato, doppia tutte le fidanzate di David, almeno quelle che vediamo ^_^
 
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Leprotto Bisestile
view post Posted on 9/7/2015, 15:28




Ieri ho visto Lady Godiva (Lady Godiva of Coventry, 1955). La sceneggiatura non è un granché e ammetto che in diversi punti non ho capito tutto, compreso qualche aspetto che prelude alla famosa cavalcata per cui la capellona del titolo è nota, per non parlare della bellissima Maureen O'Hara che tende a recitare sempre alla stessa maniera a base d'incacchiature e scatti del corpo. In ogni modo, grazie al bel Technicolor, agli ottimi costumi, alla perizia generale del cast tecnico-artistico, il film direi che riesce bello da guardare, nonché da ascoltare in italiano con i talenti irraggiungibili di Simoneschi, Cigoli, Besesti, Gazzolo padre, Capecchi, Sibaldi, Pettinelli, Polacco, Romano, i Pavese e i Saccenti, Marcacci, Turi, Persa, Tedesco, Turci...
 
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Leprotto Bisestile
view post Posted on 13/7/2015, 12:11




Ultimi film visti.

Aprile a Parigi (April in Paris, 1952), massacrato dalla critica e invece perfettamente in linea col resto della decente, gaia e colorata carriera musicale Warner di Doris Day (R. Calavetta). Concordo comunque con Guidorizzi sul fatto che Claude Dauphin sia una pallida imitazione di Maurice Chevalier, labile abbinamento cui vuol rimandare anche il doppiaggio italiano con la medesima voce di Marcacci. Ha ragione anche nel dire che Ray Bolger (S. Sibaldi) non è credibile come uomo conteso da due ragazze nel fulgore della loro bellezza, ma il cinema è bello perché racconta fatti poco aderenti alla realtà, tutto sommato.

Mia sorella Evelina (My Sister Eileen, 1955), non memorabilissimo ma divertente, anche se si perde molto negli ultimi minuti con quell'assurdità della nave scuola in tempesta ormonale per Betty Garrett (L. Simoneschi). Il nome del personaggio della deliziosa Janet Leigh (R. Calavetta) è tradotto solo quando la Simoneschi legge il titolo, altrimenti per tutto il resto del film è chiamata Eileen come in originale: secondo me i distributori s'impuntarono sul voler dare al film lo stesso titolo della pellicola d'una decina d'anni prima su cui questa si basa, ma il doppiaggio era già stato effettuato e fecero rifare a Lydia solo quell'anello iniziale, non trovo altre spiegazioni ad una così inconcepibile incoerenza. C'è comunque di peggio quando la Simoneschi corregge Sibaldi (ottima voce di Jack Lemmon, non me l'aspettavo!) sostenendo si dica "di cui" e non "del quale" :blink:

La dolce ala della giovinezza (Sweet Bird of Youth, 1961), meno pesante di tantissime altre pièce di Tennesse Williams, comunque da vedere una volta e mai più. Con questo film la Metro ha molto palesemente ripercorso la via del successo riscossa non proprio giustamente con La gatta sul tetto che scotta riproponendo un'opera di Williams con gli attori Paul Newman e Madeleine Sherwood; il doppiaggio italiano fa lo stesso, riciclando Rinaldi e la Maroni sui due citati, oltre ad utilizzare di nuovo anche la Betti e Luigi Pavese in ruoli tutto sommato molto simili al film precedente. No comment sulla scheda voci proposta da Lancia nel suo ultimo libro che spaccia la bravissima Geraldine Page protagonista come doppiata dalla Simoneschi <_<
 
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802 replies since 5/11/2012, 16:37   27189 views
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