Nel fine settimana mi sono fatto venire un bel mal di testa con tre film dall'audio disastrato più un altro che si sentiva invece decentemente (l'ultimo):
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Il marchio del rinnegato (The Mark of the Renegade, 1951), purtroppo ingiudicabile nel telecinema che ho visionato, in quanto salta di continuo per un totale di ben dieci minuti ed è in bianco e nero. Il finale sorprendente m'ha comunque preso e ho potuto godere in pace della sensualissima danza tra i protagonisti Ricardo Montalban e Cyd Charisse che qui, in prestito alla Universal, perdono le loro voci MGM (Rinaldi/Geri e Tattoli/Cristiani) per usufruire di quelle più classiche di
Panicali e
Simoneschi!
Rinaldi c'è comunque in un ruolo da comprimario, così come una buona
Lattanzi.
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La giungla del quadrato (The Square Jungle, 1955), filmetto agonistico dalla morale super scontata con protagonista un Tony Curtis decisamente poco credibile come peso medio di boxe. Guidorizzi lo segna doppiato da Locchi, mentre sorprendentemente a dargli la voce è
Stefano Sibaldi*, accoppiata che -per quel che posso giudicare, vista la qualità penosa della registrazione TV- sarebbe stata accettabile se non avesse duettato con donne troppo più giovani di lui (
Betti e
Giustiniani) e se
Locchi non fosse stato ugualmente presente nel cast di doppiatori ma in un ruolo minore! Dialoghi italiani di
Ferdinando Contestabile che a
Marcacci fa dire «Noi non vi abbiamo mai menato per il naso»: in un film dove ci si prende a pugni dall'inizio alla fine, forse il verbo "menare" andava usato con più intelligenza!
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Navi senza ritorno (Prince of Pirates, 1953), incommentabile non solo per la difficoltà con cui s'ascolta la mia copia, ma proprio perché è il film a fare pena, tra l'altro di genere cappa e spada ma con un titolo italiano che fa pensare a tutt'altro! Fortuna che la protagonista femminile è la splendida Barbara Rush (
R. Calavetta) che col suo charme fa dimenticare anche la ridicolaggine della scena che impegna la bell'attrice in un assurdo... autostop navale alla Claudette Colbert!
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Chicago, bolgia infernale (Undertow, 1949). Finalmente un audio decente, ma la copia salta comunque per tre minuti in punti focali del racconto che è il solito buon poliziesco dove un poveraccio viene volutamente incastrato in un omicidio che non ha commesso. Giuste le attribuzioni di Guidorizzi che si limitano però solo a
Panicali, Cigoli e
Calavetta (sulla bella Peggy Dow che ricorda molto la Loren ventenne): speravo che Dorothy Hart fosse Simoneschi, invece è
Dhia Cristiani Qualche raddoppio.
*Cioè, voglio dire, sono interessanti solo nomi di doppiatori mai sentiti? Smentire una falsa informazione dandone una così impensabile non è meglio che tirare fuori dal cilindro nomi raramente menzionati? A me non sembra che ci voglia tanto a capirlo, ma forse sto solo sprecando "fiato elettronico" per un cretinetto che si diverte a fare il troll in giro per i forum...
Edited by Leprotto Bisestile - 25/5/2015, 17:14