Comodo, sul divano di casa, ieri sera ho visto.....

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Leprotto Bisestile
view post Posted on 16/7/2015, 09:50




Negli ultimi due giorni ho visto:

- Mani lorde/Il capo della gang (The Undercover Man, 1949), poliziesco un po' noiosetto la cui attenzione nello spettatore viene distratta anche per via dei numerosissimi buchi audio del DVD appena uscito che comunque rispolvera così un doppiaggio italiano d'epoca non particolarmente brillante (non solo nelle voci: "L'ho rimarcato!" mi sembra troppo perfino per gli anni '40!) ma finora praticamente irrintracciabile. Come sempre gli scugnizzi perdono la loro connotazione italica e diventano ispanofoni costringendo il dialoghista all'abituale tour de force che si viene a creare quando in originale una persona parla italiano e l'altra traduce in inglese. Rispetto all'altro Columbia in cui Nina Foch è doppiata dalla Simoneschi, qui l'anonima attrice non è affatto la protagonista assoluta e quindi il suo ruolo riesce molto più credibile che in Mi chiamo Giulia Ross, sebbene comunque faccia ridere l'amore incondizionato che per lei nutre Glenn Ford (S. Sibaldi) altre volte perso molto più comprensibilmente tra le braccia di Rita Hayworth: scusate la differenza!

- Ancora e sempre (Let's Do It Again, 1953), musical nella norma, abbastanza simpatico e molto ben colorato, con un epilogo del tutto prevedibile nonostante il quale Guidorizzi conferisce al film almeno una stelletta, al contrario del meno scontato Aprile a Parigi cui invece dà un bello zero: boh! Lo stesso Guidorizzi segna il film come ridoppiato, mentre in DVD abbiamo la bellissima versione originale con Simoneschi, Pisu, Sibaldi, Capecchi, Franca Dominici, Panicali, Calavetta, i Saccenti, Pettinelli, Locchi ecc. (Guidorizzi segna solo i primi due e Capecchi). In questo film, che è indicato come il remake de L'orribile verità, risulta molto brava la protagonista Jane Wyman, non bellissima ma molto espressiva e assai in gamba sia nel canto che nel ballo.
 
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Leprotto Bisestile
view post Posted on 18/7/2015, 08:53




Ieri ho visto a spizzichi e bocconi La rivincita delle bionde (Legally Blonde, 2001). Sarà pure vero che il cinema non s'è fermato agli anni '60, ma c'è da dirlo con gran rammarico se graziose commedie per famiglie come questa vengono buttate giù dall'irrefrenabile necessità degli sceneggiatori di far riferimento con completa nonchalance all'autoerotismo maschile addirittura con la pretesa di strappare una risata <_< Vogliamo poi parlare del doppiaggio in cui si cita apertamente l'inglese come lingua parlata dai personaggi e di vociacce come Monica Ward che funzionano unicamente nei film animati? A proposito di voci, ma davvero Matthew Davis è doppiato da Pezzulli? Notoriamente capisco molto poco di doppiaggio moderno, ma a me sembrava Giorgio Borghetti... Confermo invece Gianni Giuliano, ottimo come sempre.

Ho visto anche La moglie è uguale per tutti (Italia, 1955), di certo meno divertente del film di sopra, ma non ha prezzo l'aria pulita che vi si respira dove la battuta più ardita è "Scusa, caro, ho mal di testa"! Una marea di famosissimi attori italiani dell'epoca sono al servizio di questa commediola a tratti simpatica, altre volte parecchio noiosa, dove molte celebrità sono stranamente doppiate, compresa Tina Pica a dispetto di quanto sostiene Massimo sul Genna (non so chi sia la doppiatrice, ma la vera voce della Pica è inconfondibile!). Massimo sostiene anche che forse è l'unico caso in cui Tognazzi e Vianello son doppiati, ma ovviamente neanche questo risponde a verità, visto quant'era diffusa la pratica del doppiaggio ad opera di terzi nel cinema italiano di quel periodo. Molto curiosa la scelta dell'allora misconosciuta Anna Miserocchi per doppiare la figura femminile principale interpretata dalla bellissima Nadia Gray.
 
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Leprotto Bisestile
view post Posted on 20/7/2015, 16:01




Sabato ho visto La storia di Pearl White (The Perils of Pauline, 1947), bella biografia d'una famosa attrice del muto divenuta nota soprattutto per la serie che dà il titolo originale a questo film e che in italiano si chiamava Le avventure di Paolina (anche se il sottotitolo della biografia in questione è un più letterale I pericoli di Paolina). Con begli effetti speciali ed uno sgargiante Technicolor purtroppo non molto godibile nel DVD di recente uscita, il film è purtroppo ridoppiato ed anche abbastanza male: non distoglie esageratamente l'attenzione, ma in tutte le scene recitate in palcoscenico i doppiatori caricano i toni di farseschi accenti pseudo-teatrali che non fanno comprendere se si voglia far intendere che gli attori della finzione sanno recitare oppure no! Ottima interpretazione di Betty Hutton, originariamente provvista della sua voce ufficiale Lydia Simoneschi, che fa la matta come sempre ma sa lasciar spazio anche a scene perfettamente drammatiche.

Ieri ho invece visto Il segreto del lago (The Secret of Convict Lake, 1951), eccellente piccolo western facilissimo da seguire, per nulla pesante ed ulteriormente alleggerito da un numero considerevole d'interpreti femminili. Come accadrà anche ne I ribelli dell'Honduras, la presenza contemporanea di Glenn Ford e Zachary Scott porta Sibaldi a lasciare il primo a Cigoli per doppiare il secondo, scelta di cui ho avvertito la poca intelligenza nella scena in cui Ford perde i sensi e parla Sibaldi: per un attimo mi sono illuso che fosse lo svenuto ad aver proferito parola! Situazione vagamente similare viene a crearsi tra Morelli e Simoneschi, con la prima che deve rassegnarsi a perdere Gene Tierney (comunque Lydia la doppiava molto più spesso per non dire quasi sempre) per poggiarsi molto più saggiamente sur una zitellaccia acida. Dialoghi italiani alquanto moderni che, se non si fanno sfuggire l'occasione di tradurre Susan e Rachel, lasciano però intatti gli altri nomi, addirittura Granny (interpretata nientepopodimenoché da Ethel Barrymore, voce di Lola Braccini).
 
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Leprotto Bisestile
view post Posted on 28/7/2015, 09:01




Ultimi film visti:

- L'ebreo errante (1948). Un mio amico, per nulla appassionato di film italiani com'è questo, m'ha fatto sempre una testa così perché chiedessi a conoscenti vari questa pellicola. Mi sono sempre rifiutato, ma adesso che La7 l'ha trasmesso in fascia notturna gli ho voluto dare una possibilità. Non so se il mio amico fosse attirato dal buon cast capeggiato dal solito pomposissimo Vittorio Gassman (S. Ruffini) e da quella brava cozza di Valentina Cortese (R. Morelli), oppure dalla trama sui generis che unisce il dramma vissuto dai giudei durante la seconda guerra mondiale ad uno spunto di genere quasi fantascientifico che riguarda la vita secolare del protagonista, fatto sta che il film non è chissà quale gran cosa, anzi risulta un po' noiosetto anche se meno d'altri prodotti similari sulla shoah. Attori doppiati da cima a fondo (salvo alcuni come Pettinelli o Polacco che naturalmente danno la voce a loro stessi) con dispendio di denaro talmente forte da far recitare un'unica scena alla Pagnani ed addirittura un solo anello a testa a Romano e Panicali (quest'ultimo nel ruolo di Gesù!).

- Il castello in Svezia (Château en Suède, 1963). È sufficiente dire che il film è di Roger Vadim per far immaginare quanto barbosa sia questa commedia nera filmata dallo stesso papà di roba sonnolenta come A briglia sciolta (che è ravvivato solo dalla magica presenza della Bardot) o l'episodio Metzengerstein di Tre passi nel delirio (che comunque fa schifo in tutti i suoi episodi), solo la sua opera prima Piace a troppi si distingue in qualche modo. Gli attori che ingaggia, però, sono sempre grandi, e qui la protagonista è una Monica Vitti straordinariamente conturbante che purtroppo rovina però al doppiaggio la sua bella perfomance usando accenti "terreni" e moderni che poco si confanno all'ambientazione del racconto e alla recitazione degli altri doppiatori scelti dall'immancabile Panicali che nei titoli di testa recita un paio di battute indistinte.

- La rivincita di Zorro (Zorro, the Avenger, 1959). Film di montaggio del celeberrimo ed amatissimo telefilm Disney, realizzato in larga misura davvero come si deve, cosa che non m'aspettavo affatto da un collage di puntate come questo. Molto bello anche il doppiaggio che anticipa accoppiate riproposte poi anche nella serie TV (Romano, Amendola) la quale invece ne capovolgerà completamente delle altre (il Busoni di qui diventerà Bellini!). Il povero Panicali, direttore e doppiatore dell'antagonista, immagino quanti pianti si sarà fatto per non aver potuto far lavorare la Calavetta, visto che non c'è alcuna figura femminile nel racconto :P A differenza di quanto succederà nella serie, qui De Leonardis traduce Don Alejandro con Don Alessandro.
 
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Leprotto Bisestile
view post Posted on 31/7/2015, 09:58




Negli ultimi due giorni ho visto un paio di film di guerra.
Il primo è stato Essi vivranno! (Battle Circus, 1953), prodotto decisamente episodico e frammentario ma con una discreta love story. Unico film girato da Bogart per la Metro, il che rende particolarmente curioso il fatto che sia l'ultimo in cui Humphrey ha la voce di Persa che negli altri casi lo doppiava solo in produzioni Warner (la sola altra eccezione, ma di vari anni prima, è il Columbia Sahara). Il ritorno al mitico Bruno al posto dello stufante ma ormai consolidato Cigoli è purtroppo però l'unico atout d'una versione italiana orrida, con Locchi che doppia due personaggi abbastanza importanti e la Maroni che in MGM era una stomachevole cliente fissa.
Il secondo è La veglia delle aquile (A Gathering of Eagles, 1964), dalla sceneggiatura forse non innovativa e ciononostante molto interessante nel sottolineare la differenza tra vita privata e vita personale dove l'una non deve in alcun modo ostacolare l'altra: si tende spesso a fare il contrario, invece, ed anche il protagonista, nel finale buonista, troverà un accordo interiore tra le due parti della sua esistenza. A parte questa conclusione accomodante, la noiosa parte finale sull'ispezione a sorpresa e la voce della Di Meo inadeguata per doppiare una che con la Calavetta avrebbe fatto ben migliore figura, un prodottino più che guardabile e soddisfacente. I protagonisti sono due rinaldiani doc, Rock Hudson e Rod Taylor: a Peppino rimane il primo, il secondo passa a Barbetti (ottimo come sempre, ma per un rimando più immediato alla sua consueta voce era meglio Locchi che più somigliava a Rinaldi).
 
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Leprotto Bisestile
view post Posted on 2/8/2015, 11:53




Ultimi film visti:

- Pazzia (The Dark Past, 1948), thriller psicanalitico del genere Io ti salverò, ma parecchio più statico e in definitiva senza la classe inarrivabile del Maestro Hitchcock. Riproposto nelle sale con l'assurdo nuovo titolo All'alba non sarete vivi, mantenne però lo stesso doppiaggio effettuato nel '49 che vede schierato in prima linea un De Angelis decisamente monocorde ma che dona al personaggio i giusti toni dell'arrabbiato con la vita. Brava per un ricorso non troppo pesante al birignao, la Lattanzi recita per poco più di due minuti complessivi.

- Destino in agguato (Fate Is the Hunter, 1964). Nonostante qualche piccola banalità in un meccanismo che si vorrebbe preciso come un orologio svizzero, è una pellicola davvero ragguardevole che anticipa i disaster movies del decennio successivo ma con la variante del mistero da scoprire e soprattutto del fato ineluttabile di sapore vagamente religioso. Ai vari Airport & co. è imparentato anche per il ricorso ad un nutrito cast di famosi attori dell'epoca coinvolti anche in poche scene (Glenn Ford -pessima interpretazione, la sua!-, Nancy Kwan, Rod Taylor, Suzanne Pleshette, Jane Russell, Mary Wickes, Dorothy Malone non accreditata!!!) purtroppo non serviti sempre a dovere dal doppiaggio che mette quell'addormentato di Graziani su Ford, la Savagnone del tutto fuori luogo per la Kwan, la Febbi sulla Pleshette, addirittura la Jandolo per la Malone, per non parlare di certe comparsate come quella della Maroni che dice solo una mezza dozzina di battute ma sempre troppe sono!
 
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Leprotto Bisestile
view post Posted on 3/8/2015, 15:12




Ieri ho rivisto Il covo dei contrabbandieri (Moonfleet, 1955). Diverse estati fa l'avevo già visto su Rai3 e non m'era piaciuto per niente, giudizio forse scioccamente dato per la delusione di sentire la Simoneschi recitare in poche scene (o magari perché l'altro personaggio femminile ha la voce di quel mostro della Morelli <_< ), ma ovviamente non può essere questo motivo a rendere un film poco appetibile, tant'è che ora l'ho trovato assai gradevole pur non essendo riuscito a star dietro a tutti i complotti orditi dai vari personaggi. Il protagonista è un sempre eccellente Stewart Granger, ma c'è anche George Sanders, quindi due attori appartenenti a Cigoli: ovviamente a lui rimane il più importante e il secondo passa a Sibaldi. Le due star femminili del leggio sono in assoluto le meno utilizzate nei film MGM, quindi è facile dedurre che la direzione sia stata affidata a qualcun altro che di solito curava le edizioni italiane d'altre produzioni (Savini?).
 
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Leprotto Bisestile
view post Posted on 7/8/2015, 09:30




Ieri ho visto Una notte per morire (Fanatic, 1965), thriller grandguignolesco di classe superiore, uno dei migliori esempi di film partoriti sulla scia di Che fine ha fatto Baby Jane?, tutti tra l'altro riconoscibili fin dal primo nome in locandina che puntualmente è quello d'una vecchia star femminile doppiata sempre dalla Simoneschi: stavolta si tratta di Tallulah Bankhead, la protagonista di Prigionieri dell'oceano, che qui però recita in maniera un po' meno convincente rispetto al capolavoro hitchcockiano, anche se certo meglio di Stefanie Powers (opportunamente doppiata dalla lamentosa Betti). Una partenza in sordina che lo fa apparire un film mediocre si rivela a lungo andare la scelta giusta per scaricare sempre più sullo spettatore forti dosi di sano terrore, peccato solo per il finale in cui non appare perfettamente chiaro come mai Alan (S. Graziani) decida di tornare a villa Trefoile: ha forse riflettuto sulla faccenda della spilla, rimesso quindi piede nel bar e avuto le informazioni che desiderava? Perché non mostrarlo chiaramente?. Bello tutto il doppiaggio, persino la Miserocchi è bravissima, ed il marchio di Panicali si riconosce anche nella scelta di quello che credo sia Locchi (un po' difficile dirlo con totale sicurezza) utilizzato con voce da impedito come ne Il piccolo campo, La spada nella roccia, Un maggiolino tutto matto, Che strazio nascere uccelli (tutti doppiati appunto sotto la direzione di Panicali). La Simoneschi comunque si conferma la più grande di tutti (generico maschile plurale usato volutamente!), talmente calata nella parte da risultare odiosa persino a me che tanto l'adoro! Titolo originale blando, italiano incomprensibile, americano più intelligente (Die! Die! My Darling! che tra l'altro riprende una frase della protagonista).
 
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Leprotto Bisestile
view post Posted on 15/8/2015, 10:06




Ecco gli ultimi film che ho visto:

Fermati cow boy! (Cast a Long Shadow, 1959), western molto elementare e per questo a mio avviso perfetto, senza che la noia prenda mai il sopravvento grazie ad una storia semplice da seguire, pochissimi colpi di rivoltella, complotti alla Re Leone e rivelazioni alla Guerre Stellari! Il protagonista, però, è del tutto miscast: non so come facessero a dargli tanti ruoli da prim'attore in molti western del periodo, è praticamente un bambino! Ragion per cui anche la voce di Locchi che gli veniva spesso affibbiata è proprio assurda, ma qui più ragionevolmente Panicali ha scelto Turci già usato anche in altri film nonché ne Il forte delle amazzoni dove la nutrita schiera d'attrici femminili era utile a sollevare la sua virilità.

Grandi manovre (Les grandes manœuvres, 1955), il trionfo della banalità messo al servizio d'una trama romantica altamente risaputa portata in scena da un genio della regia, René Clair, che qui stranamente si mostra per nulla all'altezza della sua meritatissima fama soprattutto per il modo in cui accosta le scene piene zeppe di personaggi e personaggini che al doppiaggio hanno richiesto poi un gran numero di sgradevoli raddoppi. D'avviso del tutto opposto è Guidorizzi che dà ben 3 stellette su 4 al film ed elogia il regista e i due bravi protagonisti, ma poi scrive che Brigitte Bardot è doppiata dalla Betti (è invece come sempre la Jandolo, qui più in parte del solito), e allora mi vien da interrogarmi su quanto possa valere l'opinione di chi vede e sente un film scambiando Anastasia con Cenerentola.

Nuovo Cinema Paradiso (Italia, 1988), per me un film di portata assolutamente standard che s'eleva nella commovente parte finale anche grazie ad un ottimo Jacques Perrin e al suo grande doppiatore Cesare Barbetti, ma è molto mediocre nel resto del lunghissimo film (ho visto la director's cut da 173') e sprofonda in quel paio di volgarità completamente gratuite alla C'era una volta in America. Per essere poi un omaggio sperticato al cinema di sempre, stupisce trovare anacronismi assurdi come quello dei ragazzi che si xxx guardando Brigitte Bardot in Piace a troppi (1956, tra l'altro in una scena che al tempo era stata censurata in Italia!) ma molti minuti dopo il protagonista sfoglia il calendario dell'anno corrente che riporta la data del 1954... In tutto ciò c'è comunque da elogiare la regia intelligente dell'appena trentenne Tornatore, ma torno a criticare il film al pensiero dell'atroce casting che fuor d'ogni logica ha previsto importanti attori partenopei quale ad esempio Pupella Maggio per interpretare personaggi siciliani! Insomma, per essere un film vincitore d'Oscar i difetti sono troppi, ma poi penso a La grande bellezza che di recente ha vinto lo stesso premio e allora Nuovo Cinema Paradiso mi pare una chicca spettacolare!

L'amica delle 5½ (On a Clear Day You Can See Forever, 1970). Un'idea di base carina che alla lunga stufa un po' perché allungata in una durata davvero troppo consistente, fecero bene in Italia a scorciarlo eliminando quasi tutte le canzoni, nonostante rimanga la stupidità di fondo di presentare un film con la Streisand in cui manchi proprio il pezzo forte, cioè le sue prodigiose qualità vocali (ma come attrice pure era una forza). Al doppiaggio segnalo che la segretaria di Montand è addirittura Giovanna Scotto, mai sentita prima in un doppiaggio anni '70! Grandi i due doppiatori protagonisti Rinaldi e Di Meo, davvero sublimi!

Il bandito delle 11 (Pierrot le Fou, 1965), film volutamente senza capo né coda che chissà per quale assurda ragione è adorato dalla critica. Sui dizionari cinematografici si trova persino un sunto della trama, cosa che personalmente non sarei stato in grado di fare perché per me una storia non c'è, vediamo solo immagini filmate in piena libertà che si susseguono l'una dopo l'altra senza nessunissima logica. Una pellicola da pazzi esige un doppiaggio da pazzi nel senso migliore del termine, così vien fuori l'ennesimo capolavoro targato CDC forse un attimino più moscio nel comunque ottimo Locchi ma divino per tutto quanto il resto, con la Savagnone che si produce anche nel canto in maniera tutt'altro che spiacevole (Locchi invece le risponde con mera cadenza ritmica, mi domando se sia così anche l'originale recitato da Belmondo oppure no). Anche il titolo italiano si rifà all'atmosfera allucinata di cui Godard ci ha fatto questo dono che poteva risparmiarsi, infatti non ho capito assolutamente cosa c'entrino le 11.

Willard e i topi (Willard, 1971). Indubbiamente fatto malissimo, ha comunque il non trascurabile atout di proporre una storia concreta che si segue liscia come l'olio, e allora mi vien da dire che dare zero spaccato a questo film ed elogiare le qualità artistiche de Il bandito delle 11 richiederebbe una revisione delle priorità di chi fa critica cinematografica. Al doppiaggio il protagonista è un Turci più matto che mai che sale e scende di tono una continuazione offrendo così una gran bella prova di poliedrico attore, molto più di quanto il filmetto non meriti: un doppiatore sempre troppo ingiustamente misconosciuto, al punto che su internet qualcuno in questo film l'aveva scambiato per Edoardo Nevola (chi?!?). I mitici Borgnine e Lanchester hanno la voce degli ancor più mitici Romano e Simoneschi, ma hanno sprecato anche la Calavetta per farle dire due parole due come doppiatrice di Joan Shawlee, la stessa quindi che aveva doppiato ne L'appartamento.
 
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Leprotto Bisestile
view post Posted on 18/8/2015, 14:54




Ieri ho visto La giostra umana (Full House, 1952) da cui avevo grosse aspettative aumentate dalla composizione ad episodi del film che mi faceva sperare in vari racconti talmente brevi da non poter annoiare, invece ho sbadigliato eccome! Tutte le più grandi celebrità Fox del periodo sono al servizio dell'assemblaggio di questi cinque cortometraggi tratti da novelle dello scrittore O. Henry, e per questo al doppiaggio non è stato possibile dare a tutti i divi le loro voci di sempre perché in alcuni casi un doppiatore avrebbe dovuto sincronizzare più attori (ciò che accade solo con quattro generici doppiati da Polacco e Cristina): per questo motivo Dhia Cristiani rimane su Jeanne Crain ma deve rassegnarsi a perdere la sua Anne Baxter che passa alla Simoneschi la quale quindi a sua volta non può doppiare Jean Peters che passa alla Pagnani... Io comunque avrei scelto Calavetta, Cristiani e Simoneschi rispettivamente così da non creare tutta 'sta confusione...
 
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Leprotto Bisestile
view post Posted on 20/8/2015, 16:10




Due giorni fa io ho visto Gli ultimi cinque minuti (1955), brillante commedia italiana che curiosamente ha gli unici due picchi in giù proprio all'inizio (le due coppie d'amici che non si vedono né sentono) e alla fine (la gag del cardinale: perché poi proprio un cardinale?!?) ma che per il resto risulta molto appagante e che ha come interpreti principali il grande Vittorio De Sica e addirittura l'americana Linda Darnell (L. Simoneschi) nell'ultimo suo film cinematografico prima d'intraprendere la carriera televisiva (per il grande schermo girerà ancora tre soli film, anche per via d'una morte prematura), ma ci sono pure Peppino De Filippo, Rossano Brazzi, Nadia Gray (R. Morelli: meno male che dice pochissimo! :sick: ), Pierre Cressoy (M. Pisu), Elsa Merlini, Memmo Carotenuto, Enrico Viarisio, insomma tanto tanto prestigio per un film che vanta punte d'assoluta genialità.

Ieri sera ho invece visto in diretta su La7 La parola ai giurati (12 Angry Men, 1957). Avevo qualche perplessità circa i commenti della critica che elogiano il film come capolavoro, invece mi sono dovuto ricredere alla grande: è proprio un ottimo film che davvero diventa un capolavoro al pensiero di quanto teatrale è l'impostazione scenica (è ambientato quasi interamente in un'unica stanza!) che però grazie evidentemente ai prodigi di regia, sceneggiatura e recitazione diventa perfettamente e magnificamente cinematografica. Anche il doppiaggio diretto da Panicali interamente al maschile (c'è solo qualche brusio di donna; nel remake del '97 almeno il giudice metterà la gonna) è memorabile, ma non fidatevi di tutti i nomi riportati da Genna perché ce n'è uno che non sta né in cielo né in terra confuso assurdamente con un altro che è già presente in lista :blink: Migliore in campo Carlo Romano che, tanto per dirne una, alle domande che Panicali rivolge a Nando Gazzolo "Cos'ha fatto ieri sera? E l'altro ieri? E martedì? E lunedì", risponde "Oh, quando arrivate al capodanno del '54 fatemi un fischio" :lol: Peccato che la copia di La7 avesse vistosi fuori sinc e abbia messo la pubblicità ad interrompere le battute a metà (il canale più schifoso che abbiamo in questo Paese: solo politica, cucina e palinsesti del tutto inaffidabili!).
 
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Leprotto Bisestile
view post Posted on 24/8/2015, 10:40




In questi giorni ho rivisto Anatomia di un omicidio (Anatomy of a Murder, 1959) che in prima visione avevo trovato tremendo per l'eccessiva lunghezza (CENTOSESSANTA MINUTI!) concentrata ad alta percentuale nelle scene del tribunale; ed in generale concordo con me stesso, una durata tanto spropositata in unità di luogo non è il massimo della vita e di sicuro non è molto cinematografica, però stavolta ho avuto l'intuizione di dividermelo in due parti ed il risultato è stato molto appagante anche grazie allo stupendo doppiaggio che sulla carta m'avrebbe fatto un po' ridere per via della Calavetta che doppia Lee Remick (24 anni, infatti di solito la doppiava la Di Meo) e che invece all'atto pratico è senza dubbio una delle più belle versioni italiane mai dirette da Panicali (il quale al solito fa anche capolino doppiando una manciata di battute del fotografo). Un leggero peccatuccio ce l'ha nel protagonista James Stewart (G. De Angelis), spesso e volentieri sopra le righe ed irritantemente ultra-gesticolante (se non fosse così alto e biondo, l'avrei pensato figlio d'immigrati italiani!).

Ho visto poi Tutti gli uomini del re (All the King's Men, 1949), storia d'un contadino particolarmente abile con le parole che per difendere i più deboli e derelitti intraprende la carriera politica la quale pian piano lo trasforma in Berlusconi facendo la brutta fine che l'idilliaca vita cinematografica esigeva al tempo. È un soggetto interessante, ma la realizzazione non è la fine del mondo e quindi stufa un pochettino. Debutto per la bruttina Mercedes McCambridge (L. Simoneschi) e fu subito Oscar, ma sinceramente non riesco a capirne il perché, soprattutto visto che il protagonista è Broderick Crawford (M. Besesti :wub: ) dinanzi alla cui bravura dovrebbe scomparire quella di qualsiasi altro! Al doppiaggio c'è anche la breve partecipazione della Lattanzi le cui scene ho inviato ad un suo fan che le raccoglie: se v'interessano, potete scaricarle da QUI entro il 30 agosto.
 
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Leprotto Bisestile
view post Posted on 25/8/2015, 09:37




Dimenticavo di dire che ho visto anche International Hotel (The V.I.P.s, 1963), forse una delle migliori fra le debolissime imitazioni generate dal cult del '32 Grand Hotel (da cui intelligentemente i distributori italiani hanno ripreso il titolo) la cui pecca maggiore è forse quella d'aver puntato troppo sull'episodio Taylor-Burton-Jourdan e quindi sulla telenovela. Il doppiaggio è interessante sul versante maschile (con ben tre attori appartenenti a Rinaldi, la soluzione d'affidare Burton a Cigoli e Jourdan a Nando Gazzolo è stata saggia), ma penosa su quello femminile dove la Betti doppia in maniera molto elementare e poco studiata una Liz Taylor già in fase declinante (la voce da ragazzina non le s'addice più, infatti è l'ultima volta che ciò avviene) e Maggie Smith con la voce della Giustiniani (scambiata per la Jandolo su wikipedia) fa a gara d'indecenza con la Betti che la doppia in Masquerade, tutto questo aggravato dalla star Calavetta che invece doppia Linda Christian in un numero ridicolo d'anelli, mentre alla stupenda Elsa Martinelli in fase d'autodoppiaggio viene chiesto di recitare sopra le righe (lei che non sapeva recitarci nemmeno dentro o sotto!): uno sfacelo!

Ieri invece ho visto Strana domenica (Un drôle de dimanche, 1958), da molte fonti indicato come Una strana domenica, persino dal sottopancia di La7 che trasmise la copia italiana dove il titolo senz'articolo è scritto ad inizio film a caratteri cubitali! È una commedia che non fa ridere molto, salvo due o tre punti abbastanza divertenti, però vanta un versione italiana CDC veramente eccezionale dove Bourvil ha la voce di Marcacci che sarebbe stato uno dei numeri uno al pari di Carlo Romano se negli anni precedenti gli fossero stati affidati meno attori del tutto estranei al suo particolarissimo timbro. Complice evidentemente l'uscita italiana ritardata di tre anni, Belmondo porta anche qui la voce di Locchi come nella maggior parte delle sue opere future da protagonista.
 
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Leprotto Bisestile
view post Posted on 26/8/2015, 09:48




Ieri ho visto Africa Express (Italia, 1975), ovverosia come perdere un'ora e mezza di vita solo per godere della visione della protagonista Ursula Andress (M.P. Di Meo) che comunque inizialmente fa sbavare poco perché infagottata in abiti monacali. Quel po' che si riesce ad apprezzare del filmaccio, però, è anche l'allegra aria scanzonata di Giuliano Gemma, un po' alla Terence Hill con cui infatti condivide la voce del doppiatore Locchi. Ogni tanto qualche bella battutina, anche se magari volgare, fiumi di stock footage di fauna e flora africane, una trama inconsistente. Il trio di protagonisti completato da Jack Palance (qui doppiato da Glauco Onorato) tornerà nel seguente Safari Express dove pare che lei cambi voce da Di Meo a Savagnone (è già fin troppo strano che qui ci sia Maria Pia, visto quant'era poco attiva in quel periodo) e Palance da Onorato a Guidi (che in Africa Express doppia Werner John). Il direttore di doppiaggio di quello che ho visto io è Ferruccio Amendola (la Lattanzi se n'è dovuta scappare perché non le facevano fare la direttrice, mentre Amendola che nel '67 ancora era un caratterista di cat. A o B già dirigeva nei primi anni '70 -_- ) che ogni tanto dice qualche parolina qua e là durante il film.
 
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Leprotto Bisestile
view post Posted on 28/8/2015, 08:45




Ieri ho visto Chi te l'ha fatto fare? (For Pete's Sake, 1974), divertente commedia con Barbra Streisand che purtroppo procedendo diventa sempre più demenziale ma in ogni modo strappa diverse risate, sia per le simpatiche situazioni che per la bravura nel genere brillante della grande protagonista che nel doppiaggio italiano ha come sempre la voce della Di Meo la quale con molta evidenza si diverte un mondo a doppiarla in maniera spigliata, frenetica e con dosi di naturalezza davvero ragguardevoli. Il pertinente titolo italiano vuol riecheggiare il precedente successo di Ma papà ti manda sola? così come accadrà circa un lustro più tardi con Ma che sei tutta matta? il quale, insieme a Chi te l'ha fatto fare?, è giudicato dalla critica molto lontano dal prototipo (per quel che mi ricordo io, Ma papà era meno divertente). Barbra, qui meno brutta del solito, intona solo una canzone, quella sui titoli di testa.
 
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802 replies since 5/11/2012, 16:37   27189 views
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