CITAZIONE (David Huxley @ 21/2/2014, 18:38)
La Savagnone e la Di Meo tra la fine del 1950 e gli inizi del 1960 erano già in categoria Extra?
Non ho i datti sottomano, però a memoria ricordo che la Di Meo è salita in Extra intorno al '64 (nel '58 era in B, nel '61 in A), mentre la Savagnone è arrivata in quella categoria nel '67 circa (se non mi sbaglio era partita addirittura dalla D e durante l'escalation ha saltato del tutto la C o la B passando direttamente a quella superiore).
Sono completamente d'accordo con te sul tuo discorso. La Di Meo soprattutto mi piace molto negli anni '50 e '60, ma anche la Savagnone fra alti e bassi era brava, però davvero non potevano competere con le stelle di primissima grandezza che hai citato e che andarono maledettamente a rimpiazzare.
Ieri ho visto
Fog (The Fog, 1980), horroruccio debolissimo che m'ha molto annoiato molto e del quale m'interessava principalmente la partecipazione della rediviva Janet Leigh che invece ha una parte davvero inconsistente (ma del resto tutti i personaggi in questo film sono lì senza un perché...). RaiMovie l'ha trasmesso con il doppiaggio originale, lo stesso presente in DVD, il che segna la fine completa del ridoppiaggio fantasma firmato dalla regina dei rifacimenti
Vittoria Febbi che dava la voce alla Leigh. Nell'originale, invece, Janet torna ad avere la sua voce più famosa, quella di
Rosetta Calavetta, qui tremendamente abbioccata e monocorde, magari anche a causa del personaggio poco invogliante. Identica a vent'anni prima, ma meno deliziosa, la
Verdirosi di Jamie Lee Curtis con le sue S iper sibilanti, magnifica come sempre
Franca Dominici la cui parte è al solito ridotta all'osso. La protagonista non è affatto Livia Giampalmo come dice Genna (ho sentito il file sul suo sito in un film di soli 4 anni dopo ed è un timbro del tutto diverso, senza contare che mi risulta lavorasse in CVD), bensì trattasi di
Fiorella Betti riconoscibilissima con le sue E spesso strettissime (dice "teléfono" di continuo) e la tecnica delle R molto arrotate per conferire più drammaticità a certe battute (v.
La gatta sul tetto che scotta dove lo fa per tutto il film o quasi); la recitazione non è ai massimi livelli, ma è sorprendente quanto i toni fossero ancora molto giovanili all'età di 53 anni (sta infatti benissimo sulla Barbeau 35enne).