“La parola ripudiata”, di Mario Quargnolo

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Leprotto Bisestile
view post Posted on 18/4/2014, 16:40




Questo librettino edito nel 1987, dal sottotitolo “L'incredibile storia dei film stranieri in Italia nei primi anni del sonoro”, l'ho ricevuto come inatteso regalo da un amico e l'ho immensamente gradito. Purtroppo ho potuto apprendere poche novità perché è stato copiato a fondo da Di Cola in maniera a volte esageratamente spudorata (addirittura copia il fatto che nell'oggi introvabile La vecchia signora De Sica cantava Zaganè Zaganè, quindi ha ripreso di tutto, che fosse pertinente o meno e senza che si sia mai degnato di citare Quargnolo come fonte*), tuttavia l'ho potuto apprezzare egualmente. Ci sono senza dubbio parti un po' troppo lunghe in relazione al loro scarso interesse contenutistico ed alludo principalmente alla sezione iniziale in cui vengono esaminati gli autori e le loro partiture musicali che durante il periodo del muto venivano utilizzate come accompagnamento sonoro alle pellicole, ciononostante altre parti sono davvero molto belle ed in particolare m'ha colpito una delle poche cose che Di Cola non ha copiato, cioè le biografie dei pionieri del doppiaggio tra cui sono inclusi tre storici direttori quali Neroni, Savini e Salvini. Di rilievo anche le varie appendici che includono articoli d'epoca inerenti il doppiaggio (anche di questi sono stati copiati vari stralci nel Di Cola) e un nutrito elenco di pellicole americane che riuscirono ad entrare in Italia nonostante il monopolio del '39-'43 (ovviamente erano solo film RKO, United Artists, Universal ecc. perché altre case come MGM, Fox, Warner e via dicendo si ritirarono dal mercato nostrano facendo sparire tutte le copie doppiate fino ad allora) oltre che un favoloso elenco dei principali doppiatori del periodo fascista con accanto i nomi degli attori che usavano doppiare (non senza qualche presumibile errore: io non ci voglio credere che la Lattanzi doppiava Jean Arthur! Tra l'altro in È arrivata la felicità le dà la voce la Simoneschi...). Non mancano purtroppo sviste di battitura comunque trascurabili tra le quali però non rientra "la film" che ricorre insistentemente nelle prime parti del libro quando si citano scritti d'epoca: evidentemente nei primissimi anni quella parola era usata al femminile sulla falsariga dell'equivalente italiano "pellicola"!

*Non è solo con Quargnolo, comunque, che ha preso preso preso senza dare il giusto tributo all'autore primo delle informazioni: buonissima parte del Di Cola deriva da “Il mito di Hollywood” di Mario Guidorizzi il quale è citato un'unica volta per dire che secondo lui i doppiatori che Guidorizzi ha elencato per il film Stella solitaria sono sbagliati! Tra l'altro, da quel che ricordo di quel film, sono invece pure giusti...
 
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