CITAZIONE (David Huxley @ 9/4/2015, 13:16)
Ho visto Il sentiero degli amanti, bel dramma sentimentale che nel guardarlo mi è parso di avere già visto, ma con altri attori. Ad esempio, la scena di lui che entra nella stanza d'albergo a salvare lei dal pomicione e anche altre scene mi hanno ricordato un altro film, ma non so quale né quali siano gli attori. Se qualcuno di voi volesse illuminarmi, gliene sarei grato.
Considera che l'ottimo film in questione, immancabilmente bombardato da Guidorizzi col peggior voto che ha a disposizione giudicandolo un «fumettone che strappa più risate che lacrime» (sarà!), è il remake de
La donna proibita (1934) e
Gli amanti (1941), magari hai visto proprio uno di questi.
CITAZIONE (disneyano95 @ 9/4/2015, 19:56)
puó essere che il dopiaggio risalga al '38 e poi ci fu una riedizione ma mantennero lo stesso doppiaggio?
Val la pena di sottolineare ancora una volta che tutto il materiale anni '30 di MGM, Fox e Warner fu distrutto dalle major stesse per rispondere alle leggi fasciste sul monopolio che per ovvie ragioni non gli stavano bene.
Negli ultimi giorni ho visto:
Non siate tristi per me (No Sad Songs for Me, 1950), melodramma che vorrebbe strappare lacrime a non finire ma che commuove solo di tanto in tanto e in maniera piuttosto leggera, anche se l'ultima battuta affidata alla piccola Natalie Wood è davvero molto forte ed incisiva pur nella sua derivazione dall'
Alice di Lewis Carroll che non è certo un libro commovente! Ultimo film cinematografico per Margaret Sullavan (e questo rende
il finale della pellicola ancor più triste) che ritrova la voce di
Lydia Simoneschi che si dice la doppiasse regolarmente negli anni '30. Nel doppiaggio c'è anche la
Lattanzi che non ho mai sentito talmente sprecata, tanto che pure lei non sente il bisogno di birigneggiare a tutta passata a causa del ruolo in pratica inesistente. Come traduzione non so se è peggio quella del dialoghista (
Orioli?) che
fa dare del lei ai due amanti anche quando la loro storia d'amore è arrivata al capolinea e quindi ormai si sono conosciuti fin troppo bene (v. la scena al telefono in cui lui è disperato perché la moglie non torna a casa), oppure quella della Golem che sottotitola "Xmas floral decorations" con "decorazioni floreali Amas"
Va bene che quella X è scritta in maniera particolare, ma insomma...
Il re dei barbari (Song of the Pagan, 1954). Il principe dei mélo americani anni '50, Douglas Sirk, viene chiamato curiosamente a dirigere questo peplum che sicuramente è diverse spanne sopra le imitazioni italiane che avrebbero sommerso i cinema italiani di lì a pochissimi anni, ma che però offre pochi spunti per lo stile raffinato del regista il quale si riconosce comunque in dettagli come la luce arancione che proviene dal palazzo da cui fugge Chandler o la croce dorata che apparantemente fluttua da sola all'interno della chiesa. C'è comunque qualche errore di montaggio, qualche pecca nelle ombre, ma la bella figura femminile di Hildegarde (penso che in originale si chiami diversamente!) e una curiosa caratterizzazione del re degli unni Attila -col volto strano di Jack Palance adattissimo al personaggio- visto praticamente come un can che abbaia parecchio (complice anche il doppiaggio caricatissimo di
Sibaldi) ma morde altrettanto poco.
Il diavolo alle 4 (The Devil at 4 O'Clock, 1961). Dagli spezzoni che avevo visto in TV, sembrava uno spettacolone coloratissimo che perciò, trovandolo all'irrisoria cifra di 3,90€ su dvd-store, ho deciso di comprare senz'alcun indugio. Quel prezzo lo vale tutto, sicuramente, e vale molto il fatto che il film duri due ore ma non annoi mai, però l'enorme divertimento che cercavo non l'ho trovato e l'Eastman Color era di gran lunga meno esaltante di come m'era sembrato per televisione. La scuola
Panicali è sempre del medesimo stampo e, come dico in ogni occasione, chi ci rimette più degli altri è ognora
Turci che, se non c'è un ragazzino nella sceneggiatura, va a finire sul primo prete coi capelli già un po' brizzolati e via! Ma qualche novità sullo schema tipico di Giulio (che ovviamente doppia anche la solita comparsa con un solo anello) c'è, ad esempio nella scelta di spostare il suo amato
Capecchi su Grégoire Aslan chiamando per Spencer Tracy un
Emilio Cigoli meno fantasioso ma che comunque si sforza d'invecchiare la voce in maniera del tutto convincente. Anche per BarBara Luna, quella che ci si poteva aspettare di sentire con la voce della Betti, visto il personaggio dolce, esile e delicato, ci si presenta invece con le squisite tonalità di
Maria Pia Di Meo. Strana infine la scelta di
Giuliana Maroni per una tipa alta e grassa
CITAZIONE (Leprotto Bisestile @ 8/4/2015, 12:17)
CITAZIONE (David Huxley @ 8/4/2015, 12:05)
i tre personaggi femminili hanno le voci delle tre dive del doppiaggio, quindi Donna Reed è Lydia Simoneschi; Irene Hervey è Tina Lattanzi e June Havoc ha la voce di Andreina Pagnani. Insieme a Donne credo che questo sia l'unico film in cui loro tre doppino assieme oppure ce ne sono altri?
Sicuramente ce ne sono molti altri, a me viene in mente in primis
Domenica d'agosto.
Mi sono venuti in mente anche
Il cavaliere misterioso e
La diga sul Pacifico