“Le voci del tempo perduto”, di Gerardo Di Cola

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Leprotto Bisestile
view post Posted on 28/12/2012, 10:39 by: Leprotto Bisestile




È stato il mio primo libro sul doppiaggio: come inizio s’è rivelata una batosta! Credo d’essere stato fra i primi a denunciare il pressappochismo dominante di questo volume che costa ben 40 euro e che non ne vale nemmeno la metà; prima di me, leggevo solo lusinghe. Effettivamente anch’io ho strabuzzato gli occhi appena avutolo tra le mani definendolo come un volumone enciclopedico degno di nota, ma altrettanto immediatamente mi sono accorto che nello stilare gli elenchi, Di Cola strafà e cita interpretazioni relative ad un determinato doppiatore ma che in realtà appartengono ad altre voci. Molto recentemente sono poi venuto a conoscenza del fatto che le cose stanno anche in maniera peggiore: gli elenchi sono sbagliati non perché li abbia stilati male lui, ma soprattutto perché li ha copiati dai libri di Mario Guidorizzi (“Il mito di Hollywood” principalmente) che, essendo volumi scritti alla fine degli anni ’80, contengono chiaramente alcune sviste dovute ad un’epoca in cui di doppiaggio non s’occupava nessuno; Di Cola, invece, pubblica il suo libercolo avendo a disposizione i moderni strumenti (la Rete in primis) che con facilità gli permetterebbero di vedere che in “Tutti insieme appassionatamente” Heather Menzies interpreta una bambina e perciò non può esser doppiata da Lydia Simoneschi! Agli errori di Guidorizzi, poi, aggiunge i propri generando un mucchio di dati contraddittori e facilmente smentibili.
Per fare solo alcuni degli innumerevoli esempi che si potrebbero portare, la voce della Lansbury ne "Il ritratto di Dorian Gray" è accreditata per ben 2 volte come appartenente a Giovanna Scotto ed una volta a Dina Perbellini (tra l'altro due timbri completamente agli opposti!). Nadia Gray in "Letto a tre piazze" è indicata in una foto delle pagine sulla Simoneschi, ma poi altrove la troviamo in un'altra foto stavolta col nome corretto di Rosetta Calavetta. Da sempre ignote le voci dei topolini di "Cenerentola" in entrambi i doppiaggi perché velocizzate, Di Cola scrive che Sergio Tedesco è Gas Gas... buono a sapersi, ma sarà vero visto che subito dopo scrive che è anche la voce del sergente Tibbs ne "La carica dei 101" quando invece quel gatto è doppiato da Oreste Lionello (e Tedesco fa l'annunciatore TV)? Nell'epilogo si lamenta di come in un programma TV abbiano mostrato uno spezzone di "Ladro lui, ladra lei" per omaggiare Marisa Merlini senza specificare che in quel film ha la voce della Simoneschi che lui definisce «impossibile a non riconoscerla»... intanto, però, accredita la sua doppiatrice preferita (e meno male, figuriamoci se l’avesse detestata!) in una marea di lavori non suoi, raggiungendo il top quando, nell'ultima delle pagine su Ruffini, afferma che Lydia è difficilmente riconoscibile come voce di Gene Tierney in "Vertigine": e grazie che non è riconoscibile, non è lei, è Rina Morelli! Tra l'altro l'informazione sulla Tierney doppiata dalla Morelli in quel film si trova regolarmente nella quarta delle pagine che parlano di Rina....... Alcuni peccati sono assolutamente veniali, come quando nella pagina della Lattanzi mette la foto di Jane Russell (mai doppiata da Tina) al posto di Rosalind Russell, ma in un volume di 40€ si mandando comunque difficilmente giù.
Spiacente, ma il mio consiglio è di non comprarlo: chi non conosce il doppiaggio antico ne esce confuso, chi lo conosce almeno al 60% rimane deluso dalla spesa. Nell'introduzione di non ricordo chi, Di Cola viene esaltato contrapponendolo agli "esperti dell'ultim'ora", ma lo stesso Di Cola finisce per fare questa figura con tutti gli strafalcioni madornali che ha commesso. E poi è ripetitivo, ripetitivo, ripetitivo... Tutti quanti che «aderiscono come un guanto» ai personaggi doppiati... Cavolo, usare un'altra espressione ogni tanto no? È bellissima, ma dopo la terza volta stufa! E poi cita sempre gli stessi film, una continuazione... settanta mila volte a dire che Nicola Fausto Neroni, preso dalla sua voglia di scegliere voci meno note, ha dato la Bergman di "Casablanca" alla Scotto invece che all'abituale Simoneschi (la cosa sconvolge e addolora anche me, ma dopo averlo detto una/due volte basta!).
La palma dell’errore più divertente per me va alla seconda delle pagine dedicate a Panicali dove la sua frase tratta da “Margherita Gauthier” che recita «pensa al matrimonio di Gustave e Nichette» viene da lui trasformata in «pensa al matrimonio di Gustave e Michel»: sposalizi gay a quel tempo mi parrebbero piuttosto strani :D

Qui ulteriori mie opinioni in proposito.
 
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29 replies since 28/12/2012, 10:39   1394 views
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